Fra le 335 vittime dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine vi furono sei ferrovieri. Le storie di due di loro, Michele Bolgia e Armando Bussi, sono state recentemente raccontate su questa rivista; vogliamo ora ricordarne un terzo: Elio Bernabei, ingegnere e iscritto al C.I.F.I.
Nasce il 29 settembre 1907 in un’antica cittadina vicino Siena, Montepulciano, da Corrado e da Concetta Sonnini. Ha due sorelle, ma muoiono in tenera età, e cresce da figlio unico. Amici dell’epoca lo descrivono come un ragazzo florido e tranquillo, che si impegna sempre nelle cose che fa, sia quando studia che quando gioca; ama anche la musica, suona il violino. Terminate le superiori, va a studiare Ingegneria Industriale a Torino; il babbo muore, ma lascia a moglie e figlio una piccola rendita; Elio può così continuare l’Università, fino a laurearsi il 13 novembre 1929, divenendo Ingegnere Chimico; subito dopo supera anche gli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione.
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