Filippo Palizzi – Pittore (Vasto 1818 – Napoli 1899). Rinnovatore della pittura napoletana ottocentesca, P. abbandonò lo stile accademico per dedicarsi allo studio del vero, soprattutto di paesaggi e di animali, in sintonia con le contemporanee esperienze francesi, orientando la sua pittura verso un realismo di intima intonazione poetica.
Vita
A Napoli nel 1837, fu a contatto con la scuola di Posillipo, che contribuì a fargli abbandonare la pittura accademica. Nel 1855, in un viaggio di studi, visitò l’Olanda, il Belgio e la Francia; tornò ancora a Parigi nel 1865 e nel 1875. A Napoli, dal 1878 al 1880 diresse l’Accademia di belle arti riassumendo lo stesso incarico ancora nel 1891 e, dal 1880, collaborò all’organizzazione delle scuole d’arte industriale.
Opere
Movendo dall’esempio di A. van Pitloo e di G. Smargiassi, si diede a una pittura tutta rivolta allo studio del vero, nei soggetti più umili (piccoli paesaggi e quadretti di animali), riallacciandosi alla tradizione degli animalisti olandesi del Seicento, ma con naturalismo più scoperto, pienamente ottocentesco. Questa ricerca, per lo più ancora risolta attraverso un’esecuzione minuziosissima che finisce per prevalere sull’impressione pittorica, maturò a contatto con le contemporanee esperienze francesi (approfondite, dopo il 1844, grazie ai frequenti rapporti con il fratello Giuseppe), orientando la sua pittura verso un più diretto e immediato realismo di intima intonazione poetica. I gruppi più cospicui di opere di P. si trovano nella Galleria d’arte moderna a Roma e in quella del museo di Capodimonte a Napoli. Tra i suoi allievi si ricorda specialmente F. P. Michetti. ː Furono pittori anche i suoi fratelli: Giuseppe (Lanciano 1812 – Parigi 1888), che lavorò a Parigi dal 1844, fu amico di De Nittis e risentì, nei suoi paesaggi, realizzati con efficacia, freschezza e libertà di tocco, della contemporanea arte francese; Nicola (Vasto 1820 – Napoli 1870), paesista; Francesco Paolo (Vasto 1825 – Napoli 1871), che dipinse nature morte e figure, operoso a Parigi dal 1848; loro opere nel museo di Capodimonte a Napoli.
Da Treccani.it