Franca però rifiuta di sposarsi dando quindi avvio al processo, che si svolge nel dicembre del 1966. Il padre Bernardo decide di costituirsi parte civile malgrado le pressioni esercitate per dissuaderlo.
L’attenzione di tutta la stampa locale e nazionale è altissima, sia perché è la prima volta che una donna sceglie di dichiararsi “svergognata” e sfidare le arcaiche regole di un “onore” presunto e patriarcale, sia perché in questa vicenda si ravvisa l’occasione di intaccare, almeno in parte, il potere della mafia. Il prezzo da pagare era altissimo: minacce, ricatti, l’opinione pubblica ostile, insomma una clausura stretta, con polizia fuori da casa giorno e notte e nessuna possibilità di lavoro per il padre.
“Non ho mai avuto paura, non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle. È una grazia vera, perché se non hai paura di morire muori una volta sola.”
L’attesa vendetta delle famiglie dei condannati, per fortuna, non arriva. L’arciprete di Alcamo predica che tutto quel baccano farà restare Franca “zitella”. Invece Franca si sposa il 4 dicembre del 1968 con Giuseppe Ruisi. Durante il processo il Melodia l’aveva minacciata, dicendole che se avesse sposato quell’uomo lo avrebbe ammazzato. Loro si sposano lo stesso: la cerimonia è annunciata per le 10. Franca vuole un matrimonio in piena regola, le partecipazioni, l’abito bianco, i fiori in chiesa, il ricevimento… Davanti e dentro alla chiesa moltissimi fotografi e curiosi, tutti gabbati, perché la cerimonia si è già svolta alle 7 del mattino, alla presenza solo di familiari e testimoni. Arrivano gli auguri di Saragat, Presidente della Repubblica, di Leone, Presidente del Consiglio; Scalfaro, Ministro dei Trasporti, regala un biglietto ferroviario valido per un mese su tutta la rete ferroviaria italiana. Paolo VI la riceve in udienza: “Le persone a volte sbagliano senza sapere quello che fanno”.
Sulla sua storia così esemplare è stato persino girato un film, La moglie più bella.
Il suo ruolo è interpretato da una giovane Ornella Muti.
Oggi Franca vive ancora ad Alcamo, ha avuto tre figli. “È arrivato il momento in cui ho dovuto dirglielo. Sergio era in prima media. La sua insegnante un giorno disse in classe ‘Fra qualche anno nelle antologie ci sarà anche la storia della mamma di Sergio’”.
Filippo Melodia è morto, ucciso vicino a Modena. Alcuni dei suoi complici vivono ancora ad Alcamo. “Li incontro ogni tanto. Preferisco evitarli, ma se non riesco li saluto e loro mi salutano, quasi sempre abbassano gli occhi. Magari anche loro sono stati ingannati, magari quello lì gli aveva detto quello che poi ha detto al processo, che io ero d’accordo a sposarlo ma mio padre no”.
Ma nonostante il coraggio di Franca abbia fatto da apripista a molte analoghe denunce, affinché il “matrimonio riparatore”, insieme con il “delitto d’onore”, escano dal codice penale come argomenti che legittimano di fatto la violenza su donne, fidanzate, mogli, si dovrà aspettare il 1981per l’abolizione dell’articolo 544, a sedici anni di distanza dalla vicenda.
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