DLF Roma
Ass. Dopolavoro Ferroviario di Roma

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Tel. 06.44180210 – Fax. 06.44180256
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Ufficio di presidenza
Eugenio Chiocchi - Commissario ad acta (delibera GN/202/5marzo2015)
Antonio Balzani
Aldo Luciani
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n.156/2020
 
Newsletter realizzata da
Giulia Todini con
Idea SNC

Isola Tiberina e Basilica di San Bartolomeo

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Comunicazioni
 

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Gli uffici del DLF Roma resteranno chiusi lunedì 7 dicembre e riapriranno mercoledì 9 con il consueto orario 10 - 13.30.

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In occasione delle festività natalizie
gli uffici del DLF chiuderanno dal giorno
23 dicembre al 6 gennaio 2021 compreso.

 
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Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

 

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Venezia 1646 - Venezia 1684

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Alle ore 9 di sabato 25 giugno 1678, a Padova, trasferito all’ultimo momento in Cattedrale, nella cappella della Vergine, essendo la sede abituale risultata insufficiente per il pubblico convenuto,
ebbe luogo l’esame per il conferimento del Dottorato in Filosofia a Elena Lucrezia Scolastica Cornaro Piscopia.
Durante la discussione dei puncta assegnatile, consistenti in due tesi su Aristotele, le dotte e brillanti risposte di Elena impressionarono i suoi esaminatori che, a scrutinio segreto, decisero di proclamarla per acclamazione «magistra et doctrix in philosophia».
Era la prima donna al mondo ad essere laureata e
a potersi fregiare del titolo di Doctor.
Le furono consegnate le insegne del suo grado, uguali a quelle dei colleghi uomini: il libro, simbolo della dottrina; l’anello per rappresentare le nozze con la scienza; il manto di ermellino, a indicare la dignità dottorale,
e la corona d’alloro, contrassegno del trionfo.
Solo come estrema rarità qualche altra donna avrebbe poi ottenuto un analogo risultato: risulterebbero due sole laureate (una a Bologna e
una a Pavia) nell’arco dell’intero secolo successivo,
nonostante le richiedenti fossero state più numerose.
Come ricorda una targa posta nel palazzo dei Cornaro, presso Rialto - oggi Cà Loredan, sede del municipio - , Elena Lucrezia era nata a Venezia il 5 giugno 1646 da un’antica e nobile casata, da cui uscirono quattro dogi e nove cardinali, imparentata anche con Caterina Cornaro (1434-1510), regina di Cipro e poi signora di Asolo.

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Presentazioni di libri

 

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cultura
DLF Roma - Cultura
Contatti: tel. 06.44180231- email cultura@dlfroma.it

cultura
Gruppo Archeologico
Isola Tiberina e Basilica di San Bartolomeo
Sabato 5 dicembre

Visita dell’Isola Tiberina e alla Basilica di San Bartolomeo, a cura dell’archeologa Sabrina Zollo. L’appuntamento è previsto alle ore 10 davanti alla Basilica. Costo della visita 5 euro per gli iscritti al Gruppo Archeologico e al Dopolavoro e 10 euro se iscritti solo al Dopolavoro. Max 15 partecipanti. È consigliato lo spostamento con mezzi privati, ove possibile, per ridurre al minimo il contatto con persone esterne. Inoltre, si consiglia la partecipazione se in buona salute.

 
cultura
Gruppo Archeologico

I geni di Mozia

Martedì 15 dicembre

Conferenza via zoom, ore 17:30 con la presentazione del libro I geni di Mozia, a cura del prof. Lorenzo Nigro dell’Università Sapienza di Roma. Le prenotazioni si possono effettuare sempre via mail all’indirizzo gruppoarcheo.dlfroma
@tiscali.it.

 
 

 

 

Gruppo Archeologico
Via Bari 22 - 338.9145283 - 347.0144268 (martedì pome.)
gruppoarcheo.dlfroma@tiscali.it
www.gruppoarcheodlfroma.it

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Tanti auguri a ...  
servizi

I "migliori auguri di
Buon Compleanno" dal Presidente e dai Consiglieri tutti ai bambini e alle bambine nati dal 1 al 15 dicembre

 
auguri
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C'era una volta ...

Giufà e la statua di gesso
(Italo Calvino)

 
evergreen
 
C' era una mamma che aveva un figlio sciocco, pigro e mariolo. Si chiamava Giufà. La mamma, che era povera, aveva un pezzo di tela, e disse a Giufà:
- Prendi questa tela e valla a vendere; però se ti capita un chiacchierone non gliela dare: dalla a qualcuno di poche parole. Giufà prende la tela e comincia a strillare per il paese: Chi compra la tela? Chi compra la tela?
Lo ferma una donna e gli dice: - Fammela vedere -.
Guarda la tela e poi domanda: - Quanto ne vuoi? -
- Tu chiacchieri troppo, - fa Giufà -
alla gente chiacchierona mia madre non vuol venderla - e va via.
Trovò un contadino: - Quanto ne vuoi? - Dieci scudi. - No: è troppo! -
- Chiacchierate, chiacchierate: non ve la do. Così tutti quelli che lo chiamavano o gli si avvicinavano gli pareva parlassero troppo e non la volle vendere a nessuno.
Cammina di qua, cammina di là, s'infilò in un cortile.
In mezzo al cortile c'era una statua di gesso, e Giufà le disse:
- Vuoi comprare la tela? - Attese un po', poi ripeté: - La vuoi comperare la tela?
Visto che non riceveva nessuna risposta:
- Oh, vedi che ho trovato qualcuno di poche parole! Adesso sì che gli venderò la tela! - E l'avvolge addosso alla statua.
- Fa dieci scudi. D'accordo? Allora i soldi vengo a prenderli domani
- e se ne andò.

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Quadri scelti
 
quadro
 
Antonino Leto (Monreale, 1844 – Capri, 1913), La sciavica, 1887 circa, Olio su tela, 40 x 60 cm, Palermo
 

Antonio Leto (Antonino) – Nacque a Monreale, presso Palermo, il 14 giugno 1844 da Pietro e Caterina Puleo. Per dedicarsi alla pittura abbandonò gli studi classici; e nel 1861, grazie all’interessamento dello zio, don A. Leto, e di un assegno mensile dell’amministrazione comunale di Monreale, andò a Palermo per studiare presso il pittore di storia L. Barba e poi nello studio del paesaggista Luigi Lojacono, dove conobbe il figlio Francesco e assimilò il naturalismo napoletano di matrice palizziana, dipingendo vedute e paesaggi dal vero. Uno di questi, Paesaggio (1863: Monreale, Circolo di cultura Italia) venne donato dall’autore al Comune di Monreale in segno di riconoscenza.

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Angolo della Poesia

Natale
di Erri De Luca

Nascerà in una stiva tra viaggiatori clandestini.
Lo scalderà il vapore della sala macchine.
Lo cullerà il rollio del mare di traverso.
Sua madre imbarcata per tentare uno scampo o una fortuna,
suo padre l’angelo di un’ora,
molte paternità bastano a questo.
In terraferma l’avrebbero deposto
nel cassonetto di nettezza urbana.
Staccheranno coi denti la corda dell’ombelico.
Lo getteranno al mare, alla misericordia.
 
Possiamo dargli solo i mesi di grembo, dicono le madri.
Lo possiamo aspettare, abbracciare no.
Nascere nella sua vita è una parabola.
Nessun martello di falegname gli batterà le ore dell’infanzia,
poi i chiodi nella carne.
Io non mi chiamo Maria, ma questi figli miei
che non hanno portato manco un vestito e un nome
i marinai li chiamano Gesù.
Perché nascono in viaggio, senza arrivo.

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servizi
Nato a Napoli nel 1950, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia.
 
Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio.  Ha studiato nelle scuole pubbliche De Amicis ( elementari), Fiorelli ( medie), Umberto I ( liceo).  A 18 anni lascia Napoli e inizia l’impegno politico nella sinistra extraparlamentare, che dura fino ai 30 anni. Termina nell’autunno ’80 con la partecipazione alla lotta contro le ventimila espulsioni dalla FIAT Mirafiori a Torino.
 
Tra il ’76 e il ’96 svolge mestieri manuali.   Tra il 1983 e il 1984 è in Tanzania volontario in un programma riguardante il servizio idrico di alcuni villaggi. Durante la guerra nei territori dell’ex Jugoslavia, negli anni ’90, è stato autista di camion di convogli umanitari. Nella primavera del ’99 è a Belgrado, stavolta da solo,  durante i bombardamenti della Nato, per stare dalla parte del bersaglio.

 

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Evergreeen dell'ironia
Il cappotto
di Nicolaj Gogol
tratto da "Racconti di Pietroburgo"
evergreen

In un ministero... ma è meglio non dire in quale.
Non c'è nulla di più suscettibile dei ministeri, dei reggimenti, degli uffici e, insomma, d'ogni sorta di corpo burocratico. Al giorno d'oggi, ormai, ogni privato cittadino ritiene che in esso venga offesa tutta la società. Pare che molto recentemente un capitano di polizia non ricordo di quale città, abbia presentato un esposto in cui dice a chiare note che le istituzioni statali vanno in rovina e che il loro sacro nome viene pronunciato invano. E, come prova delle sue affermazioni, costui ha allegato all'esposto il grosso volume di un'opera letteraria dove, ogni dieci pagine, appare un capitano di polizia, in certi punti persino in stato d'ubriachezza. Perciò, a evitare ogni seccatura, sarà meglio chiamare un ministero il ministero di cui si tratta. Dunque, in un ministero prestava servizio un funzionario, un funzionario che non si può dire fosse molto importante; era anzi di bassa statura, alquanto butterato, rossiccio, persino un po' debole di vista, con una incipiente calvizie sulla fronte, con rughe da entrambe le parti delle guance e quel colore della faccia che si dice emorroidale... Che farci? la colpa è del clima di Pietroburgo.

 
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Angolo del sorriso :)
angolo sorriso
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