Molti e molti anni or sono,
in un regno vicino al mare,
viveva una fanciulla che potete chiamare
col nome di Annabel Lee;
aveva quella fanciulla un solo pensiero:
amare ed essere amata da me.
Io fanciullo, e lei fanciulla,
in quel regno vicino al mare:
ma ci amavamo d’amore ch’era altro che amore,
io e la mia Annabel Lee;
di tanto amore i serafini alati del cielo
invidiavano lei e me.
E proprio per questo, molto molto tempo fa,
in quel regno vicino al mare,
uscì un gran vento da una nuvola e raggelò
la mia bella Annabel Lee;
e così giunsero i nobili suoi genitori
e la portarono lontano da me,
per chiuderla dentro una tomba
in quel regno vicino al mare.
Ma il nostro amore era molto, molto più saldo
dell’amore dei più vecchi di noi
(e di molti di noi assai più saggi):
né gli angeli, in cielo, lassù,
né i demoni, là sotto, in fondo al mare
mai potranno separare la mia anima
dall’anima di Annabel Lee.
Mai, infatti, la luna risplende ch’io non sogni
la bella Annabel Lee:
né mai sorgono le stelle ch’io non veda
splendere gli occhi della bella Annabel Lee,
e così, per tutta la notte, giaccio a fianco
del mio amore: il mio amore, la mia vita,
la mia sposa, nella sua tomba, là vicino al mare,
nel suo sepolcro, sulla sponda del mare.
Edgar Allan Poe – Poeta, narratore e critico statunitense (Boston, Massachusetts, 1809 – Baltimora 1849). Rimasto orfano all’età di due anni di entrambi i genitori, attori di una compagnia itinerante, fu adottato da John Allan, mercante di tabacco di Richmond, Virginia, e da sua moglie Francis. Dopo un lungo soggiorno (1815-20) in Inghilterra e in Scozia, proseguì gli studî a Richmond, componendo le prime poesie d’ispirazione romantica, e frequentò per un anno (1826) l’Università della Virginia (fondata l’anno precedente, a Charlottesville, da Thomas Jefferson). In seguito agli screzî col padre adottivo si recò a Boston, dove, arruolatosi nell’esercito, pubblicò la prima raccolta di poesie,Tamerlane and other poems/” (1827). Due anni dopo si trasferì a Baltimora, presso la zia paterna (madre di Virginia Clemm che Poe sposerà, appena quattordicenne, nel 1836), pubblicando il lungo poema Al Aaraaf (1829), ed entrò nell’Accademia militare di West Point (1831), da cui venne espulso dopo pochi mesi per negligenza e insubordinazione. Rotti definitivamente i rapporti con J. Allan, pubblicò una seconda edizione delle sue poesie, cimentandosi intanto con i primi racconti, tra cui Metzengerstein (1832) e The manuscript found in a bottle (1833). Al 1835 risale il suo ingresso nel giornalismo, presso il Southern literary messenger, attività destinata a rimanere la sua maggiore fonte di sostentamento. Nel 1838 pubblicò il suo unico romanzo, The narrative of Arthur Gordon Pym, fantastica ricostruzione di un avventuroso viaggio al polo Sud, mentre apparivano su riviste alcuni dei suoi più famosi racconti, da Ligeia (1838) a The fall of the house of Usher (1839), raccolti poco dopo in Tales of the grotesque and arabesque (1840). Passato dal Gentlemen’s magazine al Graham’s magazine, accrebbe la sua fama di critico e scrittore grazie a penetranti saggi su autori quali Charles Dickens, H. W. Longfellow, J. F. Cooper e N. Hawthorne, e a racconti di grande richiamo, tra cui The murders of the rue Morgue (1841),The masque of the red death e The pit and the pendulum (1842), e The purloined letter (1844). L’anno successivo la sua produzione si arricchì di una seconda raccolta di racconti, Tales by Edgar A. Poe, e del celeberrimo brano di poesia The raven, raccolto in The raven and other poems (1845), cui farà seguito il suo saggio critico più famoso, The philosophy of composition (1846). Il rapido deterioramento psicofisico di cui fu vittima dopo la morte della moglie (1847) non impedì a Poe di trovare un rinnovato impegno in poesia (Ulalume, The bells, la seconda To Helen) e di completare Eureka (1848), summa del suo pensiero filosofico. Morì durante un giro di conferenze dedicate al suo ultimo elaborato teorico, The poetic of principle (1849). Costantemente in bilico tra un’intima predilezione per i canoni estetici del primo romanticismo e una convinta adesione al principio speculativo di derivazione razionalista, la scrittura di Poe, dalla narrativa alla poesia, dalla saggistica al giornalismo, si caratterizza come un corpus di grande originalità, segnato, da un lato, dal dinamico interagire tra esattezza dell’impianto e precisione del dettaglio realistico e, per l’altro, dalla proiezione fantastica e dalla fuga nelle pieghe del delirio e della follia. Al sostanziale isolamento che tale cifra determinò in un ambito culturale dominato, negli anni Trenta e Quaranta, dal movimento trascendentalista di R. W. Emerson, fece riscontro la progressiva popolarità che la figura di Poe incontrò a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in Europa, in larga parte grazie all’originaria mediazione di Baudelaire, e l’enorme favore goduto nel periodo simbolista e decadente. L’opera di Poe è stata oggetto, nel corso del Novecento, di una vasta riscoperta che ne ha esaltato l’intrinseca modernità, riconoscendo nel virtuosismo che la connota l’espressione di una ricerca conoscitiva e artistica mai scontata né fine a sé stessa, capace di anticipare molteplici esiti e tendenze del dibattito letterario contemporaneo. (Treccani)